In migliaia alla manifestazione promossa dalla Fnob, D’Anna: “Qui per difendere tutti i biologi, la farmacia dei servizi va regolamentata”

“Sold out” all’Auditorium Parco della Musica di Roma, teatro della manifestazione nazionale “Prestazioni Specialistiche – Tutelare requisiti e competenze professionali, per garantire il diritto alla Salute“, promossa dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB) per tutelare la categoria dei Biologi e degli specialisti ospedalieri e ambulatoriali da proposte legislative che minacciano le loro prerogative professionali.

I MOTIVI DELLA MOBILITAZIONE
Al centro della mobilitazione, alla quale hanno già aderito numerose sigle professionali, società scientifiche e ordini sanitari, vi è la forte preoccupazione per alcune norme all’esame del Parlamento che rischiano di assegnare ai farmacisti attività di analisi cliniche e refertazione, senza le dovute garanzie di qualità e competenza specialistica.

LA “FARMACIA DEI SERVIZI”
In particolare, desta allarme l’ipotesi di trasformare la “Farmacia dei Servizi” in un luogo dove si effettuano analisi diagnostiche con metodologia POCT (test su sangue capillare), consentendo addirittura ai farmacisti di emettere veri e propri referti diagnostici, funzione oggi rigorosamente riservata ai laboratori clinici autorizzati e sottoposti a severi controlli di qualità, manutenzione e calibrazione delle apparecchiature.

AFFIDABILITA’ E SICUREZZA
Questa prospettiva mette a rischio l’affidabilità e la sicurezza delle prestazioni analitiche, minando il valore dei percorsi di formazione e dell’abilitazione professionale richiesti ai Biologi e agli altri specialisti. La FNOB ribadisce che tale scenario potrebbe aprire a pericolose generalizzazioni delle competenze sanitarie, snaturando le professioni e trasformando impropriamente le farmacie in poliambulatori generalisti.

RISPETTARE COMPETENZE E PROFESSIONALITA’
La manifestazione non ha carattere di protesta contro le istituzioni, ma intende ribadire la necessità di garantire qualità, sicurezza e appropriatezza nelle attività diagnostiche, rispettando competenze specifiche e professionalità.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE D’ANNA
Nel suo intervento il presidente della FNOB, Vincenzo D’Anna, che ha aperto i lavori, ha sottolineato il valore della professione dei Biologi. “La biologia – ha detto – è una scienza giovane e il biologo del terzo millennio diverrà una figura centrale nel mondo delle professioni sanitarie con competenze definite e riconosciute”.

“VOGLIAMO ESSERE PROPOSITIVI”
E poi uno dei temi caldi, più dibattuti quello relativo alla nuova farmacia dei servizi: “Voglio sgomberare il campo ad ogni dubbio – ha proseguito D’Anna -, non siamo contro i farmacisti, ma al contrario vogliamo essere propositivi. Il poct (point of care testing) ovvero il test di prelievo capillare esiste già da tempo, anche nelle strutture ospedaliere, ma non vale per tutti i singoli esami e poi resta necessaria l’assunzione di responsabilità”  ha quindi aggiunto il presidente della FNOB. In tal senso, a proposito della convenzione stipulata con il Ministero: “E’ necessario che vi sia un’assunzione di responsabilità da parte del farmacista che non può firmare il referto, ma solo un attestato di esito” ha precisato D’Anna. Attestato di esito e non referto, un passaggio sostanziale nella definizione che delimita ambiti e professionalità. “Ci vuole una legge che dica chi faccia cosa” ha dichiarato il presidente della Federazione dei Biologi.

L’APPELLO AL MINISTRO SCHILLACI
Di qui l’appello al ministro della Salute Orazio Schillaci affinché si definisca una norma in tal senso: “Esigiamo rispetto, i diritti non sono negoziabili. Le leggi sono necessarie per tutelare i diritti del cittadino e di tutte le categorie delle professioni sanitarie”. Infine una riflessione sui laboratori di analisi accreditati: “La legge risalente al 2006 richiede i requisiti di efficienza per i laboratori. Chi non rispetta questi standard non può far finta di nulla”. Sull’adeguamento alla normativa, i dati disponibili rilevano che le criticità esistono soprattutto al Sud Italia. Mettersi in regola significa rispettare i cittadini ma anche la professionalità di quei biologi che spesso sono sfruttati per sette, otto euro all’ora. Questo non lo possiamo permettere – ha concluso D’Anna -, siamo un Ente sussidiario dello Stato che osserva le leggi e mette al centro la salute del cittadino e difende la professionalità dei biologi”.

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